Anche durante l’esilio dei Medici da Firenze, Castellina ebbe numerosi rapporti con i reggitori della Repubblica. Soprattutto per mano degli ๐’๐ช๐ฎ๐š๐ซ๐œ๐ข๐š๐ฅ๐ฎ๐ฉ๐ข, antica stirpe originaria di Monternano (verso Sant’Agnese in Chianti) e da sempre al servizio di Firenze per tutto il ‘400 visti i pericoli che correva Castellina in quanto territorio di confine con la nemica Siena.

Innanzitutto registriamo che nel 1495, Antonio di Manfredi ๐’๐ช๐ฎ๐š๐ซ๐œ๐ข๐š๐ฅ๐ฎ๐ฉ๐ข segnala immediatamente a Firenze la presenza nel senese di Giuliano de’ Medici, passaggio avvenuto dopo la ribellione di Montepulciano e promette ai fiorentini “la guardia della fortezza e della terra” di Castellina.

Piรน curiosa รจ una lettera del 1508 di Pietro ๐’๐ช๐ฎ๐š๐ซ๐œ๐ข๐š๐ฅ๐ฎ๐ฉ๐ข inviata niente poco di meno che a ๐—ฃ๐—ถ๐—ฒ๐—ฟ ๐—ฆ๐—ผ๐—ฑ๐—ฒ๐—ฟ๐—ถ๐—ป๐—ถ (in foto qui sotto), politico e reggente fiorentino nonchรฉ Gonfaloniere a vita di Firenze, carica poi annullata appena salรฌ al trono Papa Leone X (1513). In questa lettera apprendiamo che il figlio del Soderini, Giuliano, dovette visitare i nostri luoghi in quanto proprietario di alcuni poderi nel popolo di Rencine. Lo Squarcialupi comunica al vecchio Pier Soderini come suo figlio avesse venduto questi beni a un illustre senese, Antonio Buoninsegni (futuro conte palatino), per l’altissima cifra di 1.800 scudi. I Soderini erano interessati all’investimento di questi denari in altrettanti beni fondiari, tant’รจ che lo Squarcialupi illustra a Pier Soderini – e dunque anche al figlio Giuliano – alcune proprietร  castellinesi meritevoli di considerazione. Per la stessa cifra, segnala il podere di ๐‚๐š๐ฉ๐ซ๐š๐ข๐š (popolo di Lilliano) elogiato per la copiosa produzione di olio, e i poderi di ๐—–๐—ฒ๐—น๐—น๐—ผ๐—น๐—ฒ e del ๐“๐ซ๐ž๐›๐›๐ข๐จ capaci di produrre “๐˜ฎ๐˜ฐ๐˜ญ๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ท๐˜ช๐˜ฏ๐˜ฐ ๐˜ฆ๐˜ต ๐˜ฃ๐˜ถ๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ฐ”. In tutti e tre si coltiva anche grano. Non sappiamo se poi l’acquisto andasse a buon fine ma รจ sicuramente indicativo del grande interesse mostrato dai piรน importanti capi politici di Firenze.

Gli Squarcialupi tuttavia intrattennero buoni rapporti anche con alcuni Medici nonostante l’esilio, come ad esempio verso il futuro ๐๐š๐ฉ๐š ๐‹๐ž๐จ๐ง๐ž ๐—, allora cardinale. Parliamo del benedettino ๐ˆ๐ ๐ง๐š๐ณ๐ข๐จ ๐’๐ช๐ฎ๐š๐ซ๐œ๐ข๐š๐ฅ๐ฎ๐ฉ๐ข, a lui si devono, infatti, le complesse trattative intrattenute con Giovanni de’ Medici per convincerlo a rinunciare alla commenda del potente Monastero benedettino di Montecassino. Ignazio Squarcialupi, dottissimo teologo e, secondo alcuni (il Puccinelli), morto in grande odore di santitร , fu nominato Abate di Montecassino per ben tre volte: dal 1510 al 1516, dal 1520 al 1521, e dal 1524 al 1526.

Ancora una volta il Chianti, e soprattutto Castellina, ottiene lo sguardo vigile e anche le attenzioni economiche, dei piรน potenti magnati della repubblica Fiorentina. Nella prossima “puntata”, parleremo del soggiorno a Castellina di don ๐—•๐—ฒ๐—ฟ๐—ป๐—ฎ๐—ฟ๐—ฑ๐—ผ ๐— ๐—ถ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ๐—น๐—ผ๐˜‡๐˜‡๐—ถ, cameriere segreto di sua santitร  Leone X nonchรฉ vescovo di Forlรฌ che per il suo viaggio verso Roma sostรฒ proprio nel nostro paesello.

Vito De Meo